Comunicato Premiazione
/in Articoli/da TELEMEDICINA oggiA conclusione di una due giorni intensa, ricca di contributi scientifici di grande spessore e rilievo internazionale, si è svolta sabato 11 la tanto attesa cerimonia di chiusura della prima International Consensus Assembly on Telemedicine promossa da SIT e che ha riscosso il meritato successo, superando ogni più rosea attesa per affluenza di ospiti registrati, per adesione di relatori di prestigio che hanno dibattuto temi di valore strategico per la Salute e per la organizzazione del Sistema Sanitario, ma anche per valori etici, giuridici, clinici, tecnologici che si sono espressi in dibattiti e relazioni di altissimo valore scientifico e morale.
Il Congresso, incentrato su alcuni momenti cardine e su una qualità elevatissima di contenuti e relazioni, è stato arricchito dal messaggio augurale e dalla partecipazione delle massime Autorità religiose, civili, politiche, scientifiche italiane e internazionali.
Il Congresso è stato progettato con un focus prioritario sulla Ratio Ethica e Ratio Technica e nella visione del Presidente del Congresso e del Comitato scientifico tutto, è sempre stato forte il desiderio di creare una reale opportunità di crescita per le giovani leve del mondo della Ricerca e dello Sviluppo nel settore della Sanità Digitale.
SIT ha per questo curato una ricchissima sezione dedicata alle Free Communications dedicate a tre categorie afferenti il mondo delle Medical Sciences, delle Human Sciences e della Health Tech.
Sono stati ricevuti decine di elaborati; essi sono stati valutati in cieco da tre distinte commissioni composte da esperti con competenze multidisciplinari e coordinate dalla segreteria scientifica del Congresso.
Quasi cinquanta tra questi elaborati sono stati ammessi a relazionare oralmente in cinque distinte sessioni durante la due giornate di Congresso, alternandosi con le più prestigiose relazioni previste nelle stesse sale per le tematiche congressuali.
Con una formula innovativa di scambio di esperienze e competenze, sono state agevolate occasioni di incontro tra le tante aziende presenti, la comunità scientifica e i team informali di Ricerca partecipanti alle stesse Free Communications
Durante la cerimonia conclusiva, il Professor Antonio V. Gaddi, affiancato dalla dott.ssa Alessandra Russo in rappresentanza della famiglia del compianto fondatore Gian Carmine Russo, del dott. Claudio Lopriore di Cardio On Line Europe in rappresentanza del Comitato d’Onore del Congresso, della prof.ssa Susanna Esposito dell’Università di Parma, dell’Avv. Paolo di Bugno in rappresentanza di Novamedica, azienda tra i main partner di SIT, ha conferito i premi stabiliti dalla valutazione degli Abstract.
La premiazione dei migliori elaborati come “Gian Carmine Russo Awards” per le Free Communications è stata effettuata dalla dottoressa Russo.
La premiazione per il “Novamedica Award” è stata affidata al presidente di Novamedica, Avvocato Paolo Di Bugno, che ha parlato della volontà dell’azienda di sviluppare insieme con il gruppo di ricerca selezionato una collaborazione fattiva mettendo da una parte a disposizione una borsa di studio per il master ARTE in Intelligenza Artificiale in Sanità creato dall’Università di Parma e – dall’altra – realizzando una sperimentazione concreta all’interno delle strutture e con affiancamento delle risorse della stessa Novamedica e della startup Medicalverso appena creata. È stato proiettato un breve video di presentazione della stessa azienda che ha voluto così presentarsi all’intera comunità di SIT in modo ufficiale.
È stata infine consegnata dallo stesso Presidente Gaddi una medaglia per la menzione speciale alla Dottoressa Cristina Cenci in rappresentanza del gruppo di lavoro “Patients Narrative telemonitoring”, presente tra quelli meritevoli di menzione speciale.
Sono stati premiati per i Gian Carmine Russo Awards i seguenti lavori:
The Telecardiology Revolution : Cardiology emergency management within territorial hospital network. Eight years activity results
Autori: Giovanni Bisignani, Silvana De Bonis, Antonio Capristo
Ente di appartenenza: Department of Cardiology, Castrovillari and Rossano Hospital ASP Cosenza Italy *Clinical Engineering, ASP Cosenza, Italy
Telemedicine with mobile internet devices for innovative care of patients with epilepsy (TELE-EPIC_RCT)
Autori: Martina Soldà1, Eleonora Matteo1, Marina Trivisano2, Barbara Mostacci1, Francesca Bisulli1, Cristina Filosomi2, Elisa Baldin1, Lidia di Vito1, Lorenzo Ferri1, Emanuel Raschi3, Nicola Pietrafusa2, Nicola Specchio2, Federico Vigevano2, Paolo Tinuper1, Luca Vignatelli1*, Laura Licchetta1*
Ente di appartenenza: IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, Italy
È stato premiato per il Novamedica Award il seguente lavoro
An innovative cloud-based solution for the screening of malnutrition, sarcopenia and dysphagia in older people
Autori: Riccardo Piccioli, Matteo Andreoli, Alessandro Annovi, Sabrina Belloi, Carlotta Galetti, Tiziana Landi, Daniela Viroli, Marco Domenicali
AFFILIAZIONE: 1) Mysurable2) CIRFOOD 3) Xelia 4) Department of Medical and Surgical Science (DIMEC) University of Bologna
Sono infine state conferite alcune menzioni speciali a lavori distintisi per la qualità della ricerca ed in particolare:
Patients Narrative Telemonitoring: A Digital Diary Applied to Oncological Clinical Practice to Personalize Patient Care (Results from Pilot Studies)
Autori: Cercato Maria Cecilia, Fabi Alessandra, Colella Elvira, Bertazzi Isabella, Giardina Barbara Giuseppa, Di Ridolfi Paolo, Mondati Mara, Petitti Patrizia, Ferraresi Virginia, Vari Sabrina, Onesti Concetta Elisa, Maggi Gabriella, Falthyn Wioletta, Terrenato Irene and Cenci Cristina.
AFFILIAZIONE: Digital Library «R. Maceratini», IRCCS Regina Elena National Cancer Institute, Rome, Italy.
ROLE OF TELEMEDICINE NETWORK PROVIDED BY PHARMACIES TO DETECT ELECTROCARDIOGRAPHIC CHANGES DESERVING CARDIOLOGICAL EVALUATION IN YOUNG PATIENTS
Autori: Francesco Fioretti, Gianbattista Bollani, Alessia Calzoni , Angelica Praderio, Maria Grazia De Angelis, Antonio Sammartino, Riccardo Maria Inciardi, Gianmarco Arabia, Fulvio Glisenti, Savina Nodari
AFFILIAZIONE: Section of Cardiovascular Diseases, Department of Medical and Surgical Specialties, Radiological Sciences and Public Health, Spedali Civili Hospital and University of Brescia, Brescia, Italy
Telemedicine: the experience of liver diseases clinic S.S. Filippo and Nicola hospital, Avezzano
Autori: Forte Pierpaolo, Fontana Antonella, Di Sarra Riccardo, Fracassi Giovanna, Fracasso Andrea, Ferrara Fabrizio Massimo, Balsano Clara
AFFILIAZIONE: a School of Emergency and Urgency Medicine, MESVA Department, University of L’Aquila, Piazzale Salvatore Tommasi 1, 67100, Coppito, L’Aquila, Italy.
Effectiveness of home monitoring mobile application on functional capacity and cardiac function in heart failure subjects: PROFITNESS project
Autori: Francesco Graniero, Mattia D’Alleva, Lucio Mos, Jacopo Stafuzza, Giacomo Ursella, Stefano Lazzer
AFFILIAZIONE: Physical Exercise Prescription Center, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Gemona del Friuli, Italy; 2. Department of Medicine, University of Udine, Udine, Italy; 3. School of Sport Sciences, University of Udine, Udine, Italy.
PREGNANCY ANESTHESIOLOGICAL EVALUATION. THE USE OF AN HYBRID TELEMEDICINE PATH
Autori: Panizzi Matteo, Craca Michelangelo, Domenichetti Tania, Ferraro Carlotta, Compagnone Christian, Bignami Elena.
AFFILIAZIONE: Critical Care and Pain Medicine Division, Department of Medicine and Surgery, University of Parma
Parental love and food: a two-edged sword? Telemedicine to identify gender differences in the risk of developing hypertension in obese children
Autori: Poli M.L., Pergreffi M., Guicciardi C., D’Antonio L., Rodighiero E., Rosero Morales J., Barbieri F., Lodi E., Modena M.G.
AFFILIAZIONE: Centro P.A.S.C.I.A. – UNIMORE
SFIDE PER IL FUTURO: LA CRISI DELL’ECCELLENZA
/in Articoli, Highlights/da TELEMEDICINA oggiSFIDE PER IL FUTURO: LA CRISI DELL’ECCELLENZA
Giorgio Noera
Cardiochirurgo, Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica
Una distinzione fondamentale tra i sistemi astratti e concreti è che i limiti di quelli astratti possono talvolta essere concettualmente individuati in spazi che non coincidono con quello fisico occupato dalle unità e relazioni dei sistemi concreti, mentre i limiti dei sistemi concreti sono sempre collocati in spazi che includono tutte le unità e relazioni interne di ogni sistema. La confusione tra concreto e astratto ha condotto a quella critica secondo cui l’astratto è logicamente privo di senso poiché non è possibile pensare alcunché che non possa essere considerato come sistema.
Tuttavia, l’ideografia può stabilire affermazioni particolari o fattuali ed enunciare proposizioni teoretiche di carattere generale. Quello che supporta questo approccio è la storia in quanto descrizione di eventi singoli e colti individualmente in una comprensione teoretica riferita ad un andamento a carattere generale. Le radici profonde della cibernetica condividono questa capacità di analisi a cui corrispondiamo l’adattamento dei cambiamenti che si verificano nel vivere.
Il sistema dell’umano è lo spazio concettuale per perseguire particolari finalità e scopi con interazioni. La più importante è l’imprescindibile auto conservazione con i propri confini. Pertanto, collegherò l’eccellenza quale fattore del fare umano in un punto di geometria piana convergente nello spazio euclideo. In effetti questa insolita definizione è ciò che distingue il sapere della specie nelle coordinate spazio-temporali per la salvaguardia del futuro con limiti negli angoli di visuale. E ‘ovvio che le fluttuazioni contingenti sono a mezzo di adattamento, regolazione, coordinazione e integrazione con altri. Pertanto, lo spazio evolutivo nel suo complesso è un compromesso tra il sé e le funzioni collettive quali quelle ereditate. Ritornando alla storia, la filosofia dello sviluppo del pensiero occidentale è stato influenzato dalla logica e il sillogismo categorico aristotelico.
Nei secoli nell’ambito della Res pubblica, i portatori sofisti intellettualisti, hanno sempre tenuto presente la distinzione tra cittadini liberi, capaci di autogovernarsi e gli schiavi che erano invece incapaci, fino alla logica che il “più che governano” è l’antica e aristotelica “demagogia”. Questo vuole dire, che l’asimmetria logica tra democrazia e demagogia nel via-vai concettuale delle popolazioni è lo stato di fatto della sua storia, trasmessa linearmente per riprodurre il precedente come saldo. Se prendiamo in considerazione le rivoluzioni come vero cambiamento, queste le dobbiamo considerare una perturbazione nel loro saldo. In tal modo si potrà mettere sul piatto la fagocitica complessità della ideologica politica e lo sviluppo industriale nell’ insieme del “quo Vadis”.
Il panorama di oggi è l’esistenza di un concreto disequilibrio nel fare e poter fare. Il fare esiste perché esistono persone motivate ad una certa attività, ma anche perché esistono esigenze da soddisfare, una domanda di beni per i bisogni che in altre parole si chiama mercato. Da una parte vi è una attività per trasformare i bisogni in valore economico individuandoli e promuovendo azioni proattive, dall’ altra parte l’introduzione di strumenti di ripristino della correlazione economica fondamentale: tra prestazione e controprestazione, tra utilità di un bene divisibile, prezzo e costo di produzione. Pertanto il gioco è un giro di Valzer tra costi e ricavi e le sue equazioni che via via sono interazioni che influenzano tutto questo. Nell’ individuazione di dove si colloca il “locale di ballo”, si può francamente dire che i bisogni sono un costo per la Res pubblica ed un ricavo per chi li soddisfa. L’ affittuario della pista è il governo di chi li controlla nel suo protempore corto-circuito elettorale.
In questa metafisica di scenario, la prima domanda a cui rispondere si centra nel cosa non è un sistema concreto per lo sviluppo in equazione del “quo Vadis” quale sottile diaframma di perturbazione.
Per logica vi è l’impossibilità di ridurre l’eccellenza quale relazione algebrica nel fenomeno nella creazione di nuove ricchezze macroscopicamente valutabili e nel saldo netto tra benefici e costi sociali. Se parliamo di prodotto interno lordo e trasferimento tecnologico è riscontrabile ancora il 10/90 Gap quale vettore suggestivo del 90% delle ricchezze generate per il 10% della popolazione. Questo così per l’Organizzazione Mondiale della Sanità che osserva ancora l’assottigliarsi nel numeratore delle ricchezze di ritorno per il denominatore in cui la crescita ha per frazione il costo di milioni e milioni di anni uomo vissuti in malattia. Un algoritmo, dove il gradiente economico è generato dal numeratore che travasa i costi dei bisogni del denominatore nella trappola di ricchezza a valore di beneficio per entrambe le due frazioni tra domanda e offerta. In lettura questo è un indice che crea un mercato equivalente: ricavi di produzione per la malattia e costi sociali che sono inversamente proporzionali alla produzione di salute e il ricavo per soddisfare i bisogni sociali. Questo rapporto nel quo Vadis dei tempi moderni per le leggi della termodinamica, è il mantenere costante il prodotto per le risorse disponibili.
In cibernetica, le caratteristiche funzionali dell’uomo sono ascrivibili ad un sistema biologico autopoietico di continui scambi di materia-energia nel dominio dell’informazione-percezione con l’ambiente per il movimento a procacciarle. Ne deriva che conservare la specie implica modifiche di tutta la materia materia-energia fino ai livelli disponibili sul pianeta. Pertanto, i bisogni sono la necessità di scomposizione della materia disponibile in energia e viceversa, tramite la collettività umana che li amministra per i suoi componenti.
Nel viaggio dell’astratto, la correlazione all’aristotelico modo di governo, prende le caratteristiche del saldo al soddisfatto. Se parafrasiamo il mercato dei bisogni al governo di modello democratico o demagogico possiamo asserire: “il costo dei bisogni è la domanda di chi li ha prodotti con il saldo netto di chi li ha offerti e soddisfatti in ricchezze di ritorno, viceversa il saldo a insoddisfatti è il disequilibrio delle ricchezze”. L’ “algebra” dei bisogni è un indicatore di rapporto tra zero e un numero primo in fluttuazione a proporzioni. La dinamica è indicata come in equilibrio o stabile quando una perturbazione è controbilanciata in modo da riprodurre lo stato precedente o instabile quando si evocano progressive deviazioni dallo stato d’equilibrio.
In osservanza all’aristotelica funzione, il “giro di giostra” del “quo Vadis” per logiche di governo bilanciate al prodotto interno lordo, portano alle laconiche considerazioni che il mercato dei bisogni nei tempi e nei concetti dell’OMS, ha tuttora in visura quel 10% quale quota capitale dei trasferimenti di ricchezze autopoietiche nel mercato stesso. In termini di fare, il formulare politiche di sviluppo sul welfare, è spostare o no il valore patrimoniale di quel 10 verso il 90 in funzione ai bisogni reali e mentali delle loro proporzioni. Il tandem nei termini di quantità e qualità, sono gradienti d’interazioni e relazioni sulla base dell’informazione quale classico assunto tra parlatori e adottatori del dove trasferire il condensato nella sua essenza. In questo caso useremo il termine di sistema per indicare un complesso di componenti in iterazione, o di un tutto formato da parti collegate fra loro in un certo modo. Questo implica che le unità che la compongono hanno proprietà comuni, il che è essenziale ai fini della interazione e relazione tra esse. Per esempio, l’espressione di Internet quale realtà globalizzata, è di fatto una gerarchia integrata il cui comportamento è organizzato da diversi livelli d’informazione nel perimetro del sopracitato Gap. Il presupposto fondamentale è saggio in quanto la conoscenza dell’uomo è di base per ogni ordine sociale che ha origine in ogni individuo che la compone. Il criptico e che essa implica lo strumento di accumulo di domanda dei residui percepiti per l’offerta da mettere in essere per i sentiti i bisogni. Il giro di boa è il ritorno dell’innesco quale motivo di crescita e il prodotto quale disequilibrio in forbici di esclusione per la sopra citata dinamica.
In analisi i processi nei loro aspetti sono correlativi tra eventi passati ed abitudini apprese nel modellare il governo dei bisogni. Nella teoria della consapevolezza questa è la classica continuità Markoviana che plasma quello che i fisici chiamano un aggregato. I risvolti nei ricorsi storici “vichiani” non sono altro che catene lineari di causa-effetto della già menzionata costanza del 10/90 Gap. L’analisi epicritica risiede nelle frequenze degli aggregati del medioevo che sono trapassate al demagogico e globalizzato terzo millennio. È storia di oggi come di ieri, che diversi comportamenti conflittuali o distruttivi, hanno questa matrice ovvero la necessità di conservare il rapporto che nasce o si sviluppa in questa asimmetria gravitazionale nei bisogni e rendere inefficaci le perturbazioni.
Riassumiamo: nella trasformazione spaziale del sé in nome della collettività, il flusso del gettito delle ricchezze rimane sempre a base larga e la ridistribuzione a base stretta. Il risultato termodinamico nella metafisica è un consumo di materia per liberare energia mantenendo la distribuzione a rapporto inverso per singolo elemento del sistema. La differenza tra pace e guerra è l’accelerazione del consumo di materia ed energia a scapito del patrimonio per l’umano.
In una pennellata conclusione, la tavolozza dell’uomo con e come il pianeta è un “quid” in derivato di Feuerbach per Adamo ed Eva, del metafisico Gap tra pinguedine in accumulo e massa magra, lo spazio euclideo nel dove si trasforma la materia, la localizzazione geografica tra nord e sud e il vivere a destra o sinistra della scala proporzionale del dove si combatte per averla.
Tuttavia il bisogno e il motore che spinge gli uomini a occuparsi di altri uomini la cui sacralità dovrebbe essere saper vivere e fare vivere con attività e azioni contrapposte al collettivo del morire e non saper morire. In altri termini questa sarebbe l’Etica della vita e della morte. La filosofia e la religione si occupano di questa materia nel sordo mercato del tangibile dove l’istinto per la sopravvivenza è letta nel solo circolo economico. Vista la storia, questo mondo mistico ha avuto una rimozione costante perché è fuori dal ciclo produttivo delle ricchezze. Tuttavia, il suo valore nell’intangibile è una ricchezza in forze emozionali astratte che conducono a costruire i sistemi concreti. Pertanto, riprendendo gli algoritmi precedenti, se considerata in forma concettuale per creare ricchezza questa è una cinghia di trasmissione per invertire proporzionalmente il costo dei bisogni e il rientro delle ricchezze in chi li ha prodotti. Teoricamente, questo potrebbe essere il vero saldo patrimoniale per collocare l’eccellenza nel giusto punto algebrico dello spazio, dove l’abbassare asticella del Gap è il sapere delle proporzioni e nel dove si devono mettere le generande ricchezze. Strumenti per proporzioni come opera ed in opera per il capitale intellettuale e relazionale di chi produce e di chi governa la domanda e l’offerta dei bisogni. Siamo oltre sette miliardi su questo pianeta, il dieci percento concentra ricchezze il novanta percento le crea e ne riceve indietro il dieci percento. L’ eccellenza è in crisi nella sua collocazione di rapporto, ma potrà essere un dio minore se il sapere sarà cultura ed etica di qualsiasi essa sia l’impresa.
Telemedicina: quello che sappiamo oggi è già ieri
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Prof. Maria Grazia Modena, Vice-Presidente SIT
Un approccio moderno alla Telemedicina è quello di delineare nuove strategie scientifiche e nuove formule organizzative, che consentano di applicare le più moderne tecnologie di informazione e comunicazione al settore della sanità e della tutela della salute, efficacemente, senza effetti negativi e di farlo al più presto, viste le criticità del tempo presente .La definizione più attuale e idonea è stata formulata recentemente dal Professor A.V. Gaddi, Presidente della Società Italiana di Telemedicina ( e-Health – n. 88 sett/ott 2022 ,60-61) “La telemedicina è quella componente della scienza medica che, grazie anche all’impiego di tecnologie avanzate (ICT e altre), aggiornata e sistematicamente applicata in tempo reale e nella vita reale, nonchè capace di coinvolgere contemporaneamente più attori, si prefigge lo scopo di incontrare e soddisfare i bisogni reali e percepiti dei malati, del personale sanitario e dei cittadini e di implementare la ricerca, al fine di migliorare l’utilità e l’efficacia della medicina in campo preventivo, predittivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo (…..), sia nell’ottica clinica, ovvero sull’individuo, sia in quella della sanità pubblica, ovvero sulla comunità. La telemedicina tende anche a superare le difficoltà legate alla distanza tra gli attori o alla localizzazione delle tecnologie, e si prefiggere, in subordine a quanto indicato sopra, la scopo aggiuntivo di ottimizzare processi di cura in termini di efficienza e appropriatezza, a parità di risultati in termini di efficacia».In questa ottica si inserisce la visione futura della Medicina che deve basarsi sul concetto che la “cura” non è più sufficiente e dobbiamo cercare di “non ammalarci” e la Telemedicina nella dizione di E-health deve servire a rendere possibile questa transizione. “Demedication” si definisce il passaggio dalla cura (la Chimica) alla prevenzione (Elettronics / Big Data) e si identifica nella Medicina Preventiva, che lavora al meglio quando si identificano i segni della malattia precocemente. La Medicina preventiva deve comprendere: 1) la prevenzione, 2) la predizione con interventi sul rischio, non sull’evento, 3) la personalizzazione, ovvero interventi non su scala di popolazione, ma sulle differenze individuali, in un continuum ideale di “Sistema Salute”, che sostituisca l’attuale forgiato sull’intervento sui sintomi e pertanto episodico. La tecnologia di monitoraggio della salute sarà il mezzo a supporto dei professionisti pronti a intervenire pro-attivamente per la diagnosi e il trattamento. Come si arriverà a superare i bisogni attuali di cura per arrivare alla “Demedication”? Attraverso tre passaggi fondamentali: 1) L’evoluzione delle strutture sanitarie; 2) La dematerializzazione dei device medici; 3) L’ architettura e l’organizzazione della “Nuova Casa della Salute.” La base di tutto e di tutti i tre passaggi deve insistere su una ricerca scientifica che aumenti le conoscenze nei singoli settori. Queste vanno intese non solo in termini di “Intelligenza artificiale e Big Data”, ma sia di ricerca biomedica, come pure di ricerca sulla sostenibilità ambientale e architettonica dei nuovi spazi di cura che si identifichino nella “virtual clinic”, la corsia virtuale che mantenga, sempre e rigorosamente, al centro di tutto il Paziente. La Medicina preventiva implica che nei prossimi dieci anni cambierà più dell’80% delle conoscenze e dei metodi di diagnosi, di terapia e soprattutto di prevenzione, con conseguente obsolescenza della maggior parte delle strutture sanitarie. E’ di 50 anni il ciclo di vita di un’architettura socio-sanitaria . Un ospedale su 3 ha più di 70 anni secondo un dato Inail del 2015. Da qui l’importanza di declinare i 3 punti sovra-citati.
Punto 1) L’evoluzione delle strutture sanitarie prevede:
- flessibilità e resilienza, parole chiave
- adattabilità
- trasformabilità
- prefabbricazione
- edifici satelliti
- b) materiali innovativi attivi ed eco-attivi, parole chiave
- materiali antivirali
- materiali antibatterici
- materiali fotocatalitici
- prodotti di pulizia adeguati
- c) innovazione digitale: parole chiave
- impianti
- sistemi di ventilazione
- telemedicina diffusa
- sistemi Wearable
- d) prevenzione e promozione della salute: parole chiave
- case di comunità
- ospedali di comunità
- centri di riabilitazione
Punto 2) La dematerializzazione dei device medici
Certamente un passo da gigante per la dematerializzazione si è fatto e si sta facendo con i sistemi “wearable” (cioè indossabili) interconnessi e ancora, attraverso sistemi bio-integrati epidermici, in grado di captare sintomi e segnali. Esistono già sensori wireless che permettono di rilevare diversi parametri vitali ideali per il telemonitoraggio ad esempio del paziente con scompenso cronico a domicilio, quali frequenza cardiaca, respiratoria, elettrocardiogramma, temperatura, saturazione di ossigeno. Tuttavia il sensore per la temperatura corporea sta evolvendo in biosensori wireless, che, oltre a monitorare la febbre, potranno rilevare infezioni precoci da inserzione di cateteri intravenosi, la temperatura del respiro per individuare infezioni respiratorie iniziali e ancora la temperatura di ferite chirurgiche in grado di segnalare un processo infettivo precoce o di allertare su un bendaggio troppo compressivo. I sensori epidermici si stanno trasformando in biosensori che permetteranno di rilevare l’umidità della pelle, e quindi di misurare sia il sudore che il grado di idratazione, il pH e gli elettroliti, monitorando e distinguendo fluidi fisiologici, sudore, sangue…fino a ai livelli di cortisolo come indicatore di stress. Il futuro si prospetta senza limiti prevedibili nel campo dei bio-sensori epidermici, che, attraverso il sensing di un microchip, un meccanismo di comunicazione e feedback potranno arrivare a monitorare le complicanze di infusioni venose a lungo termine, quali flebiti, infiltrazioni, stravasi, infezioni. Ancora biosensori wireless soffici e flessibili, applicabili con un semplice patch, ci permetteranno un monitoraggio respiratorio e polmonare senza spirometri invasivi, evitando cannule, cateteri e maschere che impegnano naso e bocca, facili da accettare sia da un neonato che dall’anziano fragile. Arriveremo ad avere impianti smart, da ingerire per vigilare su tutti i nostri organi. Potremo un giorno monitorizzare anche le protesi ortopediche, attraverso sensori in grado di rilevare la temperatura di una protesi, decriptando malfunzionamenti o infezioni. Arrivando al cuore, potremo valutare lo stato di salute delle valvole impiantate, attraverso mini-sensori e una mini-antenna, collocati sull’anello protesico durante l’intervento. Saranno in grado derivare la temperatura, i gradienti pressori, il flusso e la deformazione della valvola fino ad allertare su indici di deterioramento, trombosi e infezioni.
Punto 3) La “Nuova Casa della Salute” si deve declinare in più modalità:
- è Organizzazione che si basa su tre pilastri Territorio, Ospedale e l’interazione fra i due;
- è Architettura, con l’importanza dello spazio, che per i Pedagogisti, è il «terzo educatore». Troppo spesso dimentichiamo il valore del «luogo di cura», che deve intendersi come struttura digitale, sofisticata, eco-sostenibile, flessibile e resiliente;
- sono i Professionisti Sanitari. Nonostante le soluzioni per far fronte a COVID-19, dopo 15 anni sono stati tagliati dagli organici oltre 42.000 professionisti e, ad oggi, mancano all’appello circa 30.000 unità di personale, tra le quali 4000 medici. Il problema riguarda sia l’Ospedale che il Territorio. Un professionista sanitario non si forma in sei mesi e la medicina digitale è un’opportunità, ma richiede “competence” e verrà implementata se facilita, non sei complica. Purtroppo, la questione del personale ad oggi non rientra nei programmi di investimento PNRR;
- sono i Cittadini e gli Ammalati con necessità di adeguare l’offerta di assistenza e cura ad una popolazione che cala lievemente da un punto di vista demografico, ma nella quale aumentano il rapporto anziani/giovani e gli indici di dipendenza. Da un approccio «meccanicistico/medico-centrico» a uno «paziente-centrico», alla sfida della «collaborazione fra cittadini/pazienti e figure sanitarie».
- è Medicina e Life Science, sotto l’auspicio che la Medicina possa “modulare” la tecnologia e l’innovazione secondo i propri valori: accessibilità̀, uguaglianza, bisogni reali, continuità̀ di cura . La nostra società̀ non chiede più̀ solo “Sanità”, quindi il servizio o la prestazione, ma «Salute» e anche un’altra “Medicina”, altre modalità̀, altre relazioni, un’idea più̀ moderna di scienza. Dovremo probabilmente abituarci al confronto con una Medicina (e una ricerca che la alimenta) sempre meno dogmatica, nella quale la complessità̀ si può̀ indagare e governare solo con un approccio “olistico” e non “riduzionistico”, in altre parole “complesso” .
Rimangono dei problemi aperti: chi si incaricherà di raccogliere e usare tutti questi dati? Il paziente? No. Lo specialista? No. E che specialista in caso di patologie multiple? Il Medico di Medicina Generale? No. Si aprirà quindi un problema: il Governo si prenderà carico di pagare altri Medici soprattutto quelli di Medicina Generale, per un ulteriore lavoro? O incaricherà un servizio terzo? In conclusione la Telemedicina e l’Intelligenza Artificiale ci stanno portando molto, forse troppo rapidamente, ad un sistema di dematerializzazione dei devices medici, che attraverseranno ed entreranno nel corpo, una locomotiva per la transizione digitale, che comporterà un accumulo incalcolabile di dati. Allora se riusciremo a superare il punto della gestione dei big-data, oltre a problemi organizzativi, etici e di privacy si riuscirà ad arrivare al continuum ideale di “Sistema Salute” con cui si è iniziata questa trattazione dell’oggi che è già ieri. Lavorare per la Salute sarà sempre più difficile, sfidante, ma una sfida forse impareggiabile, comunque bellissima.
Riferimenti bibliografici:
- Primo Congresso Nazionale: La Salute che verrà, Evoluzione e Rivoluzione; Sesto San Giovanni (Mi) 4-6 Ottobre 2022
- Stefano Capolongo et al : Covid-19 and Healthcare Facilities. A Decalogue of Design Strategies for Resilient Hospitals; Acta Biomed 2020; Vol 9
- Forum Risk Management, Intelligenza Artificiale in Medicina: Metodo, Evidenze, Applicazioni, Formazione – Arezzo 22-25 Novembre 2022
- La Sanità che vorrei. Digital Health: nuovi scenari per la Medicina Generale e Specialistica, Roma 16 Dicembre 2022
La telemedicina si fa Virtual
/in Articoli, Highlights/da TELEMEDICINA oggiLa telemedicina si fa Virtual
Grazie alle tecnologie di realtà aumentata (AR) e di realtà virtuale (VR) e alle competenze sviluppate, Vection Technologies offre strumenti all’avanguardia per aumentare le prestazioni in ambito healthcare e ridurre i rischi.
Di telemedicina – cioè della possibilità di erogare servizi sanitari a distanza attraverso dispositivi digitali, internet, software, applicativi – si parla ormai da tempo e ora, con l’accelerazione indotta dalla pandemia prima, e dagli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dopo, si sta portando nuova linfa al processo di innovazione e digitalizzazione, al fine di migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’accessibilità dell’offerta di assistenza sanitaria.
Grazie alle tecnologie di realtà aumentata (AR) e di realtà virtuale (VR) e alle competenze sviluppate sul campo, Vection Technologies – società tecnologica dal DNA italiano, quotata all’Australian Securities Exchange (ASX) e negoziata sull’American OTC market (VCTNY) – è in grado di offrire strumenti all’avanguardia per aumentare le prestazioni in ambito healthcare.
Il focus risiede nella collaborazione in tempo reale tra specialisti, sia che essi si trovino in struttura sia che operino da remoto, rendendo più efficaci le sessioni di confronto multidisciplinare per la valutazione del caso clinico e permettendo supervisione e assistenza da remoto.
Le applicazioni delle tecnologie di AR/VR in ambito sanitario hanno potenzialità impattanti. Vection Technologies ha sviluppato una piattaforma proprietaria per la ricostruzione in 3D (tre dimensioni) di immagini biomediche, come ad esempio le immagini di scansioni DICOM. La visione tridimensionale, paziente specifico, in realtà aumentata può supportare i medici nella preparazione della procedura chirurgica, consentendo agli specialisti di prendere decisioni con una migliore comprensione della problematica oggetto di studio. Verrá inoltre favorita ed efficientata la collaborazione di team multidisciplinari, permettendo la collaborazione in simultanea e da remoto, il tutto nell’ottica di un considerevole abbattimento del rischio clinico e di un contenimento dei costi indiretti. (IMMAGINE 1)
In aggiunta, attraverso sistemi di apprendimento immersivo in virtual reality, il personale medico e infermieristico ha l’opportunità di sperimentare una formazione altamente innovativa e di aumentata efficacia, grazie soprattutto al maggior coinvolgimento nel processo di apprendimento esperienziale e alla possibilità di esercitare le proprie abilità in un ambiente sicuro. L’utilizzo della virtual reality per il training e la simulazione permetteranno al personale medico-sanitario di aggiornare la propria formazione in qualsiasi momento, consentiranno ai nuovi assunti di informarsi in breve tempo sulle procedure e i protocolli sanitari e garantiranno alla struttura di svolgere l’attività di formazione del personale in tempi decisamente inferiori e in spazi fisici in assenza di pazienti e fuori dall’operatività ospedaliera. Sarà infine possibile concordare con l’Azienda sanitaria di riferimento scenari di simulazione specifici, basati sui casi di più elevata rischiosità. (IMMAGINE 2)
La comunicazione empatica con il paziente verrà supportata in sede di formazione in modalità role play (il medico potrà simulare la visita dal punto di vista del paziente) e sarà facilitata dall’utilizzo della realtà virtuale in sede di colloquio con il paziente. Quest’ultimo potrà, infatti, comprendere con maggior immediatezza e facilità il contenuto terapeutico comunicato dal medico, grazie alla visualizzazione in tempo reale e tridimensionale. (IMMAGINE 3)
Se la trasformazione digitale in ambito sanitario è ormai un imperativo, la sfida risiede nel procedere rispondendo ai bisogni dei pazienti, offrendo loro maggiore formazione, servizi di consulenza e accessibilità agevolata. Il paziente necessita di essere accompagnato lungo il suo percorso di cura, anche da un punto di vista logistico dal momento dell’accoglienza presso la struttura sanitaria. La tecnologia XR Kiosk, ad esempio, offre ai pazienti e ai loro caregiver un supporto tempestivo utile all’espletamento di operazioni di registrazione e pagamento e di guida interattiva all’interno della struttura fino al raggiungimento dell’ambulatorio di interesse. (IMMAGINE 4)
Vection Technologies si propone come partner nel processo di innovazione che sta investendo l’organizzazione sanitaria, portando il know-how medico-tecnico-scientifico al livello successivo e sviluppando modelli che promuovano vantaggi per tutte le parti coinvolte nel processo: personale sanitario, pazienti e struttura.
Rapporti tra istituzioni attraverso interlocutori certi
/in Articoli, Highlights/da TELEMEDICINA oggiRAPPORTI TRA ISTITUZIONI ATTRAVERSO INTERLOCUTORI CERTI
di Enzo Delvecchio – Responsabile delle Relazioni Istituzionali SIT (Società Italiana di Telemedicina)
La mancata istituzione/conferma di un Ministero all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale nel nuovo Governo Meloni, continua ad alimentare dibattito. Sul sito del Dipartimento per la trasformazione digitale, campeggia ancora a caratteri chiari quella che è (era?) la sua mission: “Vogliamo promuovere l’innovazione, la digitalizzazione dei servizi pubblici, l’adozione delle nuove tecnologie, mettendo al centro le persone, le comunità, i territori, e basando il nostro lavoro sulla collaborazione tra il pubblico e il privato, in Italia e all’estero.”
Una scelta che sta continuando ad alimentare dubbi poiché molti non ne comprendono fino in fondo le ragioni, tanto più se si tiene conto che il PNRR ha destinato alla transizione digitale circa il 27% dei suoi fondi, ben 14 miliardi di euro. Se così è, si dedurrebbe che sotto una regia centralizzata della Presidenza del Consiglio, vi sarà una connessione trasversale e orizzontale tra i vari Ministeri. Bene, una nuova prospettiva da cui partire e dalla quale poter trarre spunti positivi. Società come la nostra SIT – che si muovono nell’alveo della ricerca medico-scientifica promuovendo attività di ricerca, sviluppo, formazione, finalizzate anche a favorire la crescita culturale e la sinergia tra medici, operatori sanitari ed esperti, al fine di migliorare la qualità di vita dei Cittadini – hanno bisogno di riferimenti ed interlocuzioni certe.
La spesa sanitaria in Italia cuba circa il 7% del PIL, la pandemia (non ancora lasciata alle spalle) ha evidenziato numerosi nervi scoperti e il SSN italiano è ancora uno dei più arcaici dal punto di vista dell’innovazione. Ecco perché la sanità digitale, la telemedicina, la connessione tra ospedali e territorio, la medicina di prossimità, la riduzione delle liste d’attesa, la gestione delle cronicità e molto altro devono essere il perno principale di un dibattito intrapreso tra interlocutori certi. Il nostro contributo scientifico, frutto della grande esperienza di tanti professionisti che senza scopo di lucro continueranno ad offrire al Paese, ha bisogno innanzitutto di avere certezze e fiducia in coloro che detengono il potere decisionale.
Se è così, allora ben venga una gestione delle risorse del PNRR suddivisa per Ministeri di competenza. Sapere che il Ministero della Salute – magari assegnando un delega ad hoc sulla sanità digitale – insieme a tanti altri organismi intermedi si farà carico di coordinare la spesa, gli investimenti e gli interventi in materia, ci pone nella condizione di interfacciarci con più serenità ed efficacia nei confronti delle imminenti sfide che ci attendono.
Noi siamo pronti a fare rete, a creare sistema, a consolidare relazioni istituzionali con tutti coloro che hanno il dovere di dare risposte serie ai bisogni del Paese. Facciamolo bene e meglio. Facciamolo presto.
Medicina digitale fra regolamenti europei, opportunità e vincoli
/in Articoli, Highlights/da TELEMEDICINA oggiMedicina digitale fra regolamenti europei, opportunità e vincoli
Lorenzo Terranova
Confindustria Dispositivi Medici – Direttore Rapporti istituzionali e coordinatore del progetto “Frontiere digitali”)
introduzione
Obiettivo di questa riflessione è cercare di definire come la medicina digitale possa evolversi considerando i vincoli, in primis dai regolamenti europei, e le opportunità che stanno caratterizzando questo mercato particolare.
E’ opportuno, inizialmente, definire un perimetro ben chiaro su cosa s’intenda per “medicina digitale”. Spesso analisi, conclusioni e considerazioni sul tema sono differenti poiché sono diverse le definizioni attribuite alla medicina digitale.
Preliminarmente, ai termini «medicina digitale» e «eHealth» si attribuisce il medesimo significato.
Inoltre, così come nella terminologia ordinaria anche nella declinazione del digitale, si dovrebbe tendere ad attribuire il significato di medicina digitale come la realizzazione di una condizione di salute o meglio di benessere e non di assenza di condizioni sanitarie negative[1].
In realtà, la medicina digitale – rispetto alla definizione OMS – introduce una serie di cambiamenti profondi e mettono a fuoco cosa rappresenta la medicina digitale:
- un nuovo modo di lavorare, fondendo la saggezza consolidata della salute con nuovi concetti e strumenti digitali;
- una risorsa nuova per raggiungere gli obiettivi di salute esistenti.
Ben si evidenzia come le due definizioni implichino approcci ben differenziati.
Se la definizione scelta è quella (a), si ha un «ripensamento» della nozione di salute e degli obiettivi di salute, che s’integrano con le considerazioni svolte sull’aggiornamento della definizione di salute. (Iyamu & al, 2021).
La definizione (b) è invece più conservativa e vede la medicina digitale semplicemente come un (utilissimo) strumento, ma che non modifica l’impianto definitorio di salute.
Va sottolineato che spesso, come strumento, il concetto di medicina digitale è stato utilizzato per riferirsi all’integrazione delle tecnologie digitali nelle operazioni di sanità e la trasformazione digitale è stata utilizzata per descrivere un cambiamento culturale che integra in modo pervasivo le tecnologie digitali e riorganizza i servizi sulla base delle esigenze di salute del pubblico. (Pelegatti, 2022)
Appare, quindi, ben chiaro che la medicina digitale debba essere intesa come un nuovo modo di lavorare che porta a una riflessione sulla nozione di salute.
Accettando la cornice definitoria prima data, si hanno declinazioni (anche molto rilevanti) della medicina digitale come le terapie digitali (DTx) o le app o i wearable.
la prospettiva
Le applicazioni (in senso letterario, non informatico) della medicina digitale presentano moltissime declinazioni.
Il punto di partenza è quello di evidenziare criticità, opportunità, mirando a formulare alcune proposte provenienti dal mondo produttivo, con una prospettiva correlata ai dispositivi medici e, più in generale, ai percorsi di accesso/vincoli di mercato.
i vincoli normativi
Com’è noto i regolamenti europei (Union, 2020) hanno definito puntualmente che i software sono dispositivi medici[2], così come alcune declinazioni della medicina digitale come le terapie digitali, le app, i wearable, alcune applicazioni dell’intelligenza artificiale alla medicina, ….
A rigore, va anche ricordato che molti software utilizzati in ambito sanitario sono qualificabili come dispositivi medici, ma ve ne sono altri che pur essendo utilizzati in ambito sanitario non sono qualificabili come dispositivi medici.
Nello specifico, il software disegnato per gestire informazioni mediche (elaborandole, analizzandole, creandole o modificandole) viene definito dispositivo medico solo se la creazione o la modifica di tali informazioni è regolata da una destinazione d’uso medica[3]. (MDRG, 2019).
medicina digitale: contesto e impatti sul sistema sanitario e sulla produzione
La medicina digitale, così come prima definita, deve apportare al sistema della salute un miglioramento diretto o indiretto all’offerta della stessa (efficacia) così come è importante che questi apportino un miglioramento dei processi produttivi per la salute (efficienza).
Tale miglioramento non deve necessariamente realizzare una riduzione dei costi, ma deve mirare ad offrire una sanità basata sulle 4P (ossia fondata sulla: medicina predittiva, medicina personalizzata, medicina preventiva e medicina partecipativa) (Flores & al, 2013).
Va rilevato che allo stato attuale i percorsi di regolamentazione e di rilascio della certificazione europea per i dispositivi medici (capo II e capo III del Regolamento europeo) garantiscono il raggiungimento di una specifica efficacia.
alcune condizioni per costruire un mercato della medicina digitale
formazione e competenze
Un primo elemento che va considerato primario e determinante nella medicina digitale (in particolare, dei dispositivi medici ma in generale dell’intera sanità) è la diffusione nei diversi territori delle conoscenze e delle competenze tecnico-professionali.
Questo è un percorso che va visto in due prospettive.
Per un verso, una diffusione delle conoscenze/competenze implica da parte dei committenti una maggiore capacità di qualificare la domanda, così da renderla capace di stimolare risposte da parte del mercato, orientate ad un innalzamento della qualità dell’erogato dal sistema sanitario.
Per l’altro verso, considerata la grande presenza di piccole imprese, start-up, spin off, imprese innovative spesso in relazione fra loro (almeno nei singoli territori) e con un ruolo di stimolo svolto da enti territoriali, enti pubblici, centri universitari, si possono costruire capacità di risposte convergenti con gli interessi dei committenti e una propositività più conforme ai bisogni specifici.
ruolo del SSN nel governare i processi alla base della medicina digitale
Va sottolineato che operare nell’ambito della medicina digitale richiede affrontare: (i) alcune peculiarità connesse agli acquisti pubblici, nonché (ii) una qualificazione della committenza pubblica.
Per quanto riguarda l’aspetto relativo agli acquisti pubblici, va evidenziato che esistono strumenti previsti dal codice degli appalti, in grado di offrire risposte idonee. Tali strumenti vengono molto poco utilizzati nel comparto sanitario, in generale, e in particolare per le categorie di beni e servizi rientranti nella medicina digitale. L’auspicio è che le stazioni appaltanti siano in grado di costruire bandi di gara adeguati verso queste tecnologie, utilizzando quanto effettivamente offerto dal Codice degli appalti.
Per quanto riguarda l’aspetto di qualificazione delle committenze pubbliche, appare chiaro che la digitalizzazione stessa[4] è definibile come fattore abilitante all’uso del dispositivo medico, e – insieme – strumento di programmazione pubblica della domanda e dell’offerta di salute.
Toccando il primo aspetto (fattore abilitante), allo stato attuale non si può prescindere dal fatto che la digitalizzazione richieda una capacità del sistema sanitario e degli operatori di coinvolgimento in un processo di continuo aggiornamento in termini organizzativi, formativi e gestionali. Va declinato un modello di governance pubblica specifico per le tecnologie digitali. Conseguentemente, queste tecnologie digitali vanno contestualizzate in termini di impatti organizzativi e gestionali per il servizio sanitario nazionale.
Toccando il secondo aspetto (strumento di programmazione della domanda e dell’offerta di salute), diventa necessaria un’effettiva diffusione estesa e capillare della gestione delle informazioni (in primis, il fascicolo sanitario elettronico, FSE e nel futuro nel fascicolo sociosanitario elettronico, FSSE) dove si integrano gli aspetti clinici con quelli sociosanitari. Ma ciò implica scelte ben precise: (i) una gestione digitale e integrata dell’area “territorio” con l’obiettivo di costruire una mappatura completa dei processi sanitari (clinici) e sociosanitari e dove il FSSE è il prodotto (non l’unico) risultante; (ii) l’avvio di una serie di piattaforme (su base regionale, ma che possano dialogare con altre piattaforme sia della medesima Regione, sia di altre Regioni) di monitoraggio/assistenza a distanza in grado di prendere in carico i pazienti; (iii) l’adozione di meccanismi di governance dei processi, ossia sistemi che permettano di automatizzare e/o sincronizzare i processi e al contempo le performance dei sistemi, nonché adattare costantemente i modelli di integrazione alle effettive necessità del territorio; (iv) la “pubblicità” (ovviamente salvaguardando i livelli di riservatezza garantiti) di dati e informazioni raccolti, in un reale contesto di open data al fine di consentire analisi secondarie.
Questi ultimi punti rappresentano strumenti di governance fondamentale non solo per il SSR, ma anche per il sistema produttivo che riesce meglio a programmare e definire la propria offerta più appropriata per i fabbisogni, esistenti ed emergenti, del SSR/SSN.
relazioni all’interno del sistema produttivo
Strettamente connesso al tema è quello dei rapporti fra le piccole imprese (che possono classificarsi come innovative o come spin off o come start-up) e le grandi aziende.
Nell’area digitale della salute nelle piccole imprese esiste un grande fermento, una sviluppata capacità innovativa, una flessibilità e rapidità nel produrre e concretizzare nuove idee. Spesso, però, quello che manca a queste piccole imprese è la capacità finanziaria nonché le competenze nelle aree commerciali. Inoltre, alle piccole imprese, spesso, manca la conoscenza dei processi sanitari. Sono aziende innovative con ottime idee e anche ottimi prodotti, ma che necessitano di una “guida” per contestualizzare le loro risorse tecnologiche innovative nel contesto sanitario. Questo è l’apporto tipico delle aziende più strutturate che operano nel mercato sanitario.
Appare molto chiaro che la relazione fra piccole imprese e grandi imprese nel comparto dei dispositivi medici si pone in termini di mutualità reciproca dove le prime dispongono di idee e spunti e le seconde dispongono della conoscenza dei processi.
Pertanto, questo rapporto fra i grandi gruppi e le piccole imprese va considerato nella sua interezza. Oltre a quanto previsto dal codice degli appalti, è opportuno un ruolo proattivo del committente pubblico.
Se questo riesce a creare e sviluppare al proprio interno quelle competenze necessarie per governare i fabbisogni digitali verrà superato l’attuale limite dei SSR che devono ricercare l’intermediazione di un general contractor, capace di monitorare l’offerta sui mercati digitali e trasferire direttamente al sistema delle imprese le modalità di risposta ai propri bisogni.
focus: i dispositivi medici in grado di avvalersi della medicina digitale e come gli stessi dispositivi medici sono influenzati da strumenti innovativi (intelligenza artificiale)
La riflessione va articolata in due parti: l’evoluzione della medicina digitale e l’impatto/l’integrazione sui dispositivi medici; il come l’intelligenza artificiale sia in grado di trasformare la nozione stessa di dispositivo medico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, la medicina digitale ha già trasformato il dispositivo medico. Anzi, quanto sostenuto prima evidenzia che la sanità digitale avvalendosi di strumenti quali la telemedicina, sia in grado di rispondere a fabbisogni sempre più articolati. Questo è possibile solo con l’utilizzo diffuso di dispositivi medici che abbiano già incorporato elementi digitali e questi andranno a determinare i modelli di sanità digitale.
Partendo da un esempio semplice e ormai consolidato, il pacemaker con wireless, è chiaro che il processo sottostante al controllo del dispositivo, e delle informazioni sul dispositivo che il dispositivo stesso trasmette, è ormai consolidato e sta contribuendo a modificare il processo tradizionale verso una definizione di un nuovo elemento della sanità digitale. Ma va cambiando anche la modalità nel rapporto medico paziente.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, il tema è estremamente complesso e non va sottaciuto l’aspetto etico.
Oggi sussistono diverse applicazioni dell’intelligenza artificiale sui dispositivi.
Un primo elemento da considerare riguarda come tutta una serie di informazioni raccolte e rielaborate dal dispositivo medico stesso (ormai anch’esso dotato di intelligenza artificiale). Successivamente il dispositivo è in grado di offrire una serie di possibili scelte di tipo clinico. Il punto delicato riguarda come l’atto clinico (a cura del medico) sia collocato; ossia tutta una serie di raccolta dati, attività (svolte dal dispositivo) in quale momento del trattamento siano posti.
Pertanto, va rilevato come il processo di intelligenza artificiale sia estremamente sfidante e pieno di opportunità, ma ogni elemento va considerato in termini puntuali.
conclusioni e alcune proposte del comparto produttivo
A fronte di cambiamenti “culturali” che richiedono lunghi tempi, alcuni interventi volti a garantire un mercato che consenta un consolidamento delle imprese di dispositivi medici già presenti sul mercato e nuove imprese interessate ad entrare in questo mercato quali incentivazioni mirate a rafforzare alcune aree aziendali (ricerca, sviluppo prodotti, …) oppure finanziamenti sul modello industria 4.0, oppure modelli di supporto del trasferimento tecnologico (soprattutto per PMI e start-up).
Declinando in maniera più puntuale per il comparto dei dispositivi medici, occorre che vengano sollecitati attraverso investimenti nella ricerca pubblica e privata, nuovi modelli di business che si appoggiano su una riduzione degli impatti ambientali[5] o a basso consumo energetico. Ad esempio prevedere dei “green benefit”.
La condivisione di questa vision porterà ad: (a) aumento degli investimenti privati in R&S; (b) incremento delle competenze digitali nel sistema sanitario pubblico, e in generale nell’intera popolazione; (c) la individuazione di alcune imprese come leader nelle tecnologie di frontiera digitale; (d) rafforzamento dei processi di fusione e di collaborazione fra le imprese.
azioni specifiche
Pertanto, vanno intraprese dal mondo industriale o vanno sollecitate azioni strategiche da parte del SSN che rispondono alla realizzazione di quanto definito dalla vision:
- l’avvio/l’implementazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali della sanità.
Quando i processi di digitalizzazione in sanità vengono introdotti, il valore aggiunto non è dato solo dal processo in sé, quanto come questo comporti una modifica di un insieme di altri processi all’interno del sistema salute sia a monte sia a valle del processo modificato. Inoltre, va assolutamente incentivato il percorso di integrazione ospedale-territorio.
- il riconoscimento delle specificità delle prestazioni con contenuto digitale.
Diverse prestazioni allo stato attuale possono contenere piccole o grandi parti di carattere digitale. Allo stato attuale non vi è una differenziazione delle codifiche (a cui conseguono differenti tariffe) rispetto alla medesima prestazione che non ha contenuti digitali.
Le prestazioni con contenuti digitali possono implicare costi maggiori, costi minori o costi eguali. Andranno ben definiti i criteri generali e i criteri specifici per la fissazione di queste nuove tariffe
- la costruzione di un sistema di raccolta delle informazioni.
I soggetti programmatori oggi operano con un flusso informativo ancora poco orientato alla definizione di cluster di pazienti. Disporre di queste informazioni significa appropriarsi della capacità di fissare puntualmente i fabbisogni (clinici, finanziari, di risorse) necessarie. Pertanto, occorre che il nostro sistema sanitario effettui investimenti (che non sono finanziari, ma di competenze, di organizzazione e di efficace utilizzo di strumenti che già sono disponibili all’interno del SSN).
- l’incentivazione e lo sviluppo delle competenze (professionali, tecniche, amministrative, gestionali) all’interno del SSN.
Un percorso di qualificazione e di miglioramento del sistema sanitario necessita un salto qualitativo delle persone che operano direttamente a valle o a monte col sistema sanitario.
- un nuovo impulso alle partnership pubblico-privato.
Nell’ambito delle imprese del digitale dei dispositivi medici esiste una conoscenza e una comprensione dei fenomeni evolutivi. Questa, se messa a sistema e condivisa con i diversi attori, potrebbe essere di grande aiuto alle stazioni appaltanti e agli utilizzatori del SSN.
- il superamento delle criticità all’accesso.
L’applicazione compiuta dei regolamenti europei del 2017 prevede l’adozione di una serie di misure e attività (avvio di indagini cliniche, ruolo e capacità degli enti notificati di rispondere alle numerose richieste, competenze comitati etici, …). Le autorità regolatorie e politiche devono eliminare tutte le difficoltà connesse a tale insieme di misure e attività per evitare limitazioni all’accesso al mercato.
bibliografia
Dal Col, P., & Koterle, S. (2012, Gennaio 25). La salute come capacità di adattamento. Tratto da Salute internazionale: https://www.saluteinternazionale.info/2012/01/la-salute-come-capacita-di-adattamento-2/
Flores, M., & al, e. (2013). P4 medicine: how systems medicine will transform the healthcare sector and society. Personalized Medicine, 565-576.
Huber, M., & al, e. (2011). How should we define health? BMJ, 343:d4163.
Iyamu, I., & al, e. (2021). Defining Digital Public Health and the Role of Digitization, Digitalization, and Digital Transformation: Scoping Review. JMIR (Journal of Medical Internet Research), 10.2196/30399.
MDRG. (2019). Guidance on Qualification and Classification of Software in Regulation (EU) 2017/745 – MDR and Regulation (EU) 2017/746 – IVDR. Bruxelles: Commissione Europea.
Pelegatti, F. (2022, Maggio 10). Cultura digitale nella sanità. Tratto da Rivista di cultura e di politica Il Mulino: https://www.rivistailmulino.it/a/cultura-digitale-nella-sanit
Stefanelli, S. (2020, Ottobre 29). La qualificazione e la classificazione dei software come dispositivi medici. Tratto da AboutPharma: https://www.studiolegalestefanelli.it/it/approfondimenti/aboutpharma-qualificazione-e-classificazione-dei-software-come-dispositivi-medici/
Union, O. J. (2020, Aprile 24). Regulation (EU) 2017/745 of the European Parliament and of the Council of 5 April 2017 on medical devices, amending Directive 2001/83/EC, Regulation (EC) No 178/2002 and Regulation (EC) No 1223/2009 and repealing Council Directives 90/385/EEC and 93/42/EE. Tratto da Europa Lex: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A32017R0745
WHO. (1958). The first ten years of the World Health Organization. Geneve: World Health Organization.
[1] Ovviamente, il punto di partenza è la definizione storica dell’OMS che intende la salute come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. (WHO, 1958).
Va anche sottolineato come questa definizione sia stata nel tempo discussa, richiedendo – chiaramente – una sua integrazione. In un importante articolo (Huber & al, 2011), è stata formulata una definizione (è una proposta), intendendo la salute come “capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alla sfide sociali, fisiche ed emotive”. Questa definizione cerca di superare una serie di limiti della definizione del 1948, che nel tempo si sono manifestate, come (a) il “concetto assoluto di [raggiungere uno stato di] salute”, ossia un approccio fortemente medicalizzato che tiene poco conto di altre condizioni, (b) il cambiamento dei contesti demografici, (c) la profonda modifica dei concetti stessi di malattia. Per una serie di considerazioni si veda (Dal Col & Koterle, 2012).
[2] Nello specifico, l’art. 2 recita
[…]
1) «dispositivo medico»: qualunque strumento, apparecchio, apparecchiatura, software, impianto, reagente, materiale o altro articolo, destinato dal fabbricante a essere impiegato sull’uomo, da solo o in combinazione, per una o più delle seguenti destinazioni d’uso mediche specifiche:
- diagnosi, prevenzione, monitoraggio, previsione, prognosi, trattamento o attenuazione di malattie,
- diagnosi, monitoraggio, trattamento, attenuazione o compensazione di una lesione o di una disabilità,
- studio, sostituzione o modifica dell’anatomia oppure di un processo o stato fisiologico o patologico,
- fornire informazioni attraverso l’esame in vitro di campioni provenienti dal corpo umano, inclusi sangue e tessuti donati,
e che non esercita nel o sul corpo umano l’azione principale cui è destinato mediante mezzi farmacologici, immunologici o metabolici, ma la cui funzione può essere coadiuvata da tali mezzi.
Vanno inoltre ricordate le Regole, di cui all’allegato VIII dei Regolamenti europei che definiscono in maniera puntuale alcune caratteristiche e finalità dei software.
[3] Si veda (Stefanelli, 2020).
[4] La digitalizzazione può essere definita come la trasformazione digitale della società e dell’economia.
Si procede verso un’era di conoscenza e di creatività caratterizzata da tecnologie digitali e dall’innovazione del business digitale. Lo sviluppo di innovazioni digitali è una delle tendenze più importanti per il futuro dell’economia.
La digitalizzazione è guidata dalla tecnologia. Le innovazioni digitali sono create sulla base delle nuove tecnologie digitali: casi d’uso innovativi guidati da un lato da società affermate, start-up e capitale di rischio, ma anche enti del SSN (purtroppo poco).
[5] Un punto di riferimento è rappresentato dai 17 Sustainable Development Goals dell’agenda Onu 2030 sottoscritta da 193 paesi nello scorso 2015.
Telemedicina Oggi è il sito internet ufficiale della rivista che sarà edita da SIT, la Società Italiana di Telemedicina, unitamente al Centro Studi Internazionale “Giancarmine Russo”